Giovanni Pacor è nato a Staranzano-Monfalcone nel 1943: figlio di lavoratori della terra, della terra il pittore Giovanni Pacor custodisce l’umiltà e la generosità. Non ha mai fatto a gomitate per aprirsi un varco, non si è mai genuflesso agli artigiani della pubblicità. E’ sereno, cordiale, francescano. In silenzio ha percorso una lunga sofferta strada: adolescente, alla Scuola d’Arte di Gorizia, all’Istituto d’Arte di Venezia, poi a Milano alla Brera. Frequenta la celebre Latteria Pirovini, in via Fiori Chiari, dove nell’immediato dopoguerra consumavano modesti pasti Crippa, Dova, Morlotti, Cassinari e tanti altri. Nel suo intimo matura la ricerca di se stesso, si sposta a Sanremo dove dipinge quadri che varcano l’oceano: Canada, Stati Uniti. Soggetti mitici, che rinnoverà sempre, dando vita a cieli e a mondi animati da forme e da creature fantastiche e misteriose. Giovane ma maturo rientra nella natia Staranzano, a pochi chilometri da Monfalcone, dove i genitori sono rimasti fedeli alla terra. Non ha assimilato tecniche d’altri, ignora i clamori speculativi. Staccato dagli schemi rigidi, traduce sulle tele emozioni e sottili ispirazioni che abbracciano mondi pieni di favole e di magia. Nostalgia di terre mai conosciute? Intuizioni di farse, di drammi sepolti dalle ceneri dei secoli? Con la potenza della fantasia li sogna e fa rinascere ciò che fu: città turrite, folle erranti tra alveari di pietra. Forse dall’oscurità del tempo gli giungono immagini che la sua creatività trasforma poi in mondi pieni di echi e di misteri.